lunedì 24 novembre 2014

Crevit come funziona

Di seguito, per la rassegna stampa su Crevit, un link da Bizanbit.com, un "veicolo per comunicare l'esistenza di nuovi business e la specificità di queste attività".
http://www.bizandbit.com/staff/crevit-come-funziona/
 

venerdì 21 novembre 2014

Perché Hong Kong

Crevit International Holdings Limited ha scelto Hong Kong come sede. Decisione strategica in quanto la città anglo-cinese è da oltre un secolo uno dei centri economici più fiorenti dell’Asia. Solo nell’ultimo anno circa 6000 imprese hanno trasferito la propria sede a Hong Kong, il 27% di queste proviene da paesi Europei come Svizzera, Francia, Regno Unito, Olanda e Germania. Si tratta di una scelta che oltre a essere vantaggiosa dal punto di vista strategico, lo è anche sotto l’aspetto della legittimità e della trasparenza. Infatti, uno degli elementi favorevoli a Hong  Kong è il mantenimento del sistema giuridico del Common Law britannico e dei diritti civili. Crevit è encomiabile per avervi localizzato la propria sede, a dispetto della diffidenza e dello snobismo di alcuni. Crevit Italia srl è un’emanazione di Crevit International Holdings Limited ed è a Milano, altra città che non ha bisogno di presentazioni, almeno dal punto di vista economico e finanziario. L’amministratore di Crevit International Holdings Limited è Francesco Olcelli:

“Dopo quasi un ventennio di lavoro in banche e società finanziarie in Inghilterra, Centro America, Lussemburgo, Svizzera ed Estonia ho entusiasticamente accettato questo incarico che porterà allo sviluppo su scala mondiale dell’iniziativa Crevit".

Francesco Olcelli risiede a Tallinn, capitale dell’Estonia, dove gestisce la società di consulenza giuridico-societaria e finanziaria Pro-Marketing & iTools OÜ.



“Crevit Italia S.r.l. è la prima filiale operativa di Crevit International Holdings Limited, società di Hong Kong di cui sono amministratore. Hong Kong, capitale asiatica degli affari da oltre 150 anni e centro finanziario internazionale in costante crescita, ha un ben radicato e affidabile sistema giuridico di Common Law e questo, unitamente all’espansione del mercato interno, è il motivo per cui molte aziende vi hanno localizzato la propria sede principale: per più agevolmente insediarsi e penetrare il mercato asiatico. La capitale del business asiatico continua a essere la prima scelta per le società cinesi e internazionali che desiderano intraprendere la propria attività in Asia. Solo nell’ultimo anno circa 6000 imprese hanno trasferito la propria sede a Hong Kong, il 27% di queste provengono da paesi Europei come Svizzera, Francia, Regno Unito, Olanda e Germania. Si tratta di una scelta che oltre ad essere vantaggiosa dal punto di vista strategico, lo è anche sotto l’aspetto della legittimità e della trasparenza. Non da ultimo, e per rapporto al progetto Crevit™ nel medio termine, Hong Kong per il terzo anno consecutivo, è anche il primo centro mondiale per le IPOs: nel 2011, ci sono state più di 100 nuove aziende quotate a Hong Kong, che complessivamente hanno raccolto US$ 36 miliardi di dollari di patrimonio netto. Dopo quasi un ventennio di lavoro in banche e società finanziarie in Inghilterra, Centro America, Lussemburgo, Svizzera ed Estonia ho entusiasticamente accettato questo incarico che porterà alla sviluppo su scala mondiale dell’iniziativa Crevit™. Aperta con successo Crevit Italia S.r.l, che già dal 2009 ha investito nello studio, nella realizzazione e nell’implementazione del portale informatico che è il cuore del progetto, stiamo ora discutendo con partners internazionali le prossime imminenti aperture: in particolare nel Far East (Pechino, Singapore e Hong Kong), ecco perché la scelta di localizzare la nostra sede proprio a Hong Kong, ma anche a Londra, Mosca e Manila. Per potere affrontare e gestire la propria attività di sviluppo strategico e di internazionalizzazione, Crevit International Holdings Limited ha scelto Pro-Marketing & iTools Ou quale main advisor: con sede principale a Tallinn, Estonia, si tratta di una società di consulenza direzionale internazionale con un’importante esperienza nel campo finanziario e giuridico-societario. Pro-Marketing& iTools OÜ è un Family Office integrato con sede a Tallinn, Estonia. Costituita nel 2007 questa “boutique” di nicchia per la consulenza finanziaria e giuridico-societaria è stata indicata nel 2012 quale quarta società di consulenza operante in Estonia e la prima ad azionariato non-locale. Pro-Marketing& iTools OÜ, oltre ai tradizionali servizi societari, e per fare fronte alla crescente richiesta dei clienti in essere e potenziali, dal 2009 offre anche servizi di due diligence finalizzati a operazioni di M&A trans-nazionali e supporto nelle attività di marketing strategico finalizzate all’apertura di nuovi mercati o sviluppo di quelli già serviti dal cliente. La marcata necessità di ritorno all’economia reale, tramite una misura convenzionale delle partite di debito e di credito, ci spinge a muoverci con estrema velocità: questo senza dimenticare il rigore che la materia merita e la criticità sociale che deriva dall’introduzione di una nuova unità di conto che è emessa dai fruitori stessi: il Crevit™. Etica ed eccellenza sono i nostri valori. Contribuire alla ripresa del ciclo economico, strutturando un Gruppo che in maniera profittevole agevoli questo processo, è la nostra Missione.”

Francesco Olcelli

Crevit  International Holdings Limited  

 

lunedì 17 novembre 2014

Come funziona Crevit e a chi è rivolta

Per la rassegna stampa, presentiamo un articolo di Credit Village, sito che dà "aggiornamenti e notizie dal mondo del credito. La prima community in Italia di professionisti, manager, imprenditori e operatori del settore".


Crevit Italia: cos’è la moneta complementare, come funziona e chi può accedervi
Crevit, come afferma Marco Melega, CEO di Crevit Italia, “è una moneta complementare volta a favorire la rinascita dell’economia reale e che si propone come opportunità di credito e di maggiore immediata liquidità per aziende e privati” In un momento di crisi e dove la liquidità langue questo di Crevit ci è parso un progetto ambizioso o quanto meno interessante e per questa ragione abbiamo quindi cercato di capire più a fondo di che cosa si tratta, come funziona e come si può accedere allo strumento della moneta complementare. Crevit, spiega Melega nel pieno rispetto del mercato, rappresenta sicuramente una novità che ha già raggiunto un primato: è stata la prima iniziativa ad applicare logiche di marketing di prodotto allo strumento “moneta complementare”, innescando curiosità e sensibilizzazione di massa sul tema. Inoltre, la piattaforma Crevit ha un pregio: è accessibile gratuitamente, per favorire l’approccio al “nuovo” da parte dell’utenza”.

Di cosa si tratta?
Si può comprare o vendere con  moneta virtuale, ad esempio facendo un Fido Crevit, da ripagare entro 24 mesi operando all’interno del sistema vendendo dei beni o servizi oppure partecipando a dei programmi promozionali. La registrazione e la permanenza all’interno del sistema sono gratuite, Crevit percepisce delle commissioni solo al raggiungimento di determinati obiettivi.
Andiamo con ordine. Per partecipare al sistema Crevit è sufficiente registrarsi al sito, con la registrazione si apre autonomamente anche un conto. Una volta iscritto l’utente ha già la facoltà di guardarsi intorno e di scegliere tra beni ed servizi offerti nel marketplace. Qualora trovasse qualcosa di suo gradimento può chiedere un anticipo in moneta complementare attraverso una funzionalità che trova all’interno. Il sistema fa una rapida verifica e se non appaiono grosse criticità come delle insolvenze estese, in qualche minuto restituisce la disponibilità di moneta complementare richiesta, con la quale l’utente può comprare ciò che desidera. Per questa operazione l’utente pagherà il 5% della somma ricevuta a Crevit Italia, e dovrà corrisponderlo in euro. Un Crevit vale 1 euro, dunque l’utente pagherà la commissione a Crevit Italia in euro, se richiede 100 Crevit dovrà pagare 5 euro. Per spiegare nel dettaglio come funziona Crevit usufruiamo le domande che Marco Delugan di Soldionline ha utilizzato intervistando Marco Melega e ne parafrasiamo le risposte.

Il fido dovrà essere rimborsato?

Assolutamente sì entro un massimo di 24 mesi, per farlo ci sono più modi: l’utente può pubblicare a sua volta offerte di beni o servizi per poter ottenere così monete complementare che gli consentirà di ripagare il fido, oppure può vendere le proprie competenze professionali. Può guadagnare Crevit partecipando a programmi promozionali (come ad esempio portando altri utenti nel sito).


E chi non riesce a rimborsare il fido?  
Il Fido può essere rinnovato, oppure se si presentano condizioni estreme come una società in liquidazione che deve chiudere, oppure un cliente che non può più accedere al circuito, si può scendere a dei compromessi. Ossia, l’utente che non riesce più a pagare il fido precedentemente richiesto può mettere a disposizione di Crevit un oggetto da vendere che abbia un valore sufficiente a coprire il debito contratto, in questo caso Crevit cercherà di promuovere l’acquisto del bene o di sanare il debito in denaro attraverso dei piani di rientro.
Quante volte può essere rinnovato un fido?
Anche all’infinito se l’utente è affidabile, perché se il proprio rating interno è buono e l’utente è attivo a Crevit conviene rimanga nel sistema per sempre. Se invece l’affidabilità creditizia degli utenti è pessima: “l’utente ha perso dei soldi, li ha presi e poi è sparito, allora quello che possiamo offrire e solo un piano di rientro, anche in euro, che copra il debito contratto. Perché se ha acquistato, ha contratto un debito con chi gli ha venduto in bene o il servizio.”
Crevit Italia come guadagna?
Attraverso due commissioni: “Commissione go” ossia quella che incide per il 5% della disponibilità anticipata, di cui abbiamo accennato prima. Commissione Goal “che incide il 2% e che viene addebitata se un’operazione va a buon fine, come suggerisce il termine Goal. In sostanza quando un utente riceve un accredito da parte di un altro in moneta complementare, paga una commissione in euro.
Può farci un esempio di operatività su Crevit? Riportiamo fedelmente dal sito http://abcrisparmio.soldionline.it/guide/altra-economia/come-funziona-crevit-comperare-senza-denaro)

“Una persona vede un giubbotto da 300 Crevit, che equivalgono a 300 euro, chiede un fido di 300 e lo ottiene pagando solo 15 euro a Crevit, con quei 300 euro acquista il giubbotto spendendo solo 15 euro. A Questo punto dovrà iniziare ad operare all’interno del sistema – vendendo beni o servizi e partecipando a programmi promozionali - per guadagnare i 300 Crevit da ridare a Crevit stesso. Tenga conto che il costo del fido è inferiore a quello che un esercente pagherebbe per la gestione di una carta di credito”.

Vi occupate anche della logistica di questi scambi?
No il rapporto è diretto tra gli utenti che devono decidere cosa comprare o vendere interfacciandosi responsabilmente gli uni con gli altri, ma se qualcosa va storto, Crevit interviene. E qualora un operazione non dovesse andare a buon fine per scorrettezza da parte di un utente, quello danneggiato dovrà solo dimostrare che il bene non gli è stato consegnato, seguendo le procedure predefinite dal sistema, e vedrà ripristinata la situazione precedente e non perderà alcun Crevit. Chi agisce scorrettamente nel sistema viene inserito in una black list che gli impedirà in tutto o in parte l’accesso alla piattaforma. Commettendo scorrettezze gravi o a seguito di pendenze il contratto può essere rescisso.
 
 
Noi vi abbiamo fornito alcuni elementi per farvi un’idea. Voi sareste disponibili a comprare e a vendere su Crevit Italia o la moneta complementare non vi ha convinto e preferite continuare ad utilizzare quella tradizionale?

Erika Venditti
Fonte: Credit Village

mercoledì 12 novembre 2014

Cos’è Crevit? Quanto vale e come si ottiene?

Per la rassegna stampa, presentiamo un articolo di Atomo del male, sito che "offre la possibilità di poter esprimere liberamente il vostro pensiero nel rispetto altrui, potendo spiegare a sé e agli altri cosa ci preoccupa e ci interessa".

Cos’è Crevit? Quanto vale e come si ottiene?

Crevit si presenta come «moneta complementare» ma a ben vedere assomigliano più a dei buoni pasto che a dei bitcoin. Il Crevit è una misura di scambio che non è convertibile in denaro, anche se a ogni Crevit viene dato il valore di un euro che si può utilizzare all’interno del circuito per scambiarsi beni e servizi.
Come si ottengono dei Crevit?
Chi vuole partecipare al sistema Crevit deve semplicemente registrarsi al sito. Con la registrazione si apre automaticamente anche un conto. A questo punto verrà concesso un fido in Crevit da ripagare entro 24 mesi operando all’interno del sistema vendendo beni o servizi e partecipando a programmi promozionali.
Come guadagna Crevit?
Ci sono due commissioni una relativa all’erogazione del fido e incide per il 5% della disponibilità anticipata, e una seconda che incide per il 2% e che viene addebitata al raggiungimento di un risultato e cioè quando un utente riceve un accredito da parte di un altro utente in moneta complementare. Ovviamente queste commissioni bisognerà pagarle in euro.
Facciamo un esempio
Una persona vuole comprare una maglia che costa 100 Crevit, che equivalgono a 100 euro, chiede un fido di 100 e lo ottiene pagando solo 5 euro a Crevit, con quei 100 euro acquista il giubbotto spendendo solo 5 euro. A Questo punto dovrà iniziare ad operare all’interno del sistema – vendendo beni o servizi e partecipando a programmi promozionali – per guadagnare i 100 Crevit da ridare a Crevit stesso. Una sorta di baratto con una spesa d’ingresso.
Se non si riesce a coprire il fido?
L’utente può mettere a disposizione un oggetto da vendere e che ha un valore sufficiente a coprire il debito, oppure sanare il debito in denaro attraverso piani di rientro: un Crevit vale un euro.
E’ uguale al Bitcoin?
No. La differenza è sostanziale: il bitcoin viene registrato su memoria informatica e non è legato al fallimento di una singola società. Qui, invece, i crediti svaniscono con un fallimento.

The Flash

martedì 11 novembre 2014

Riprende la rassegna stampa con un articolo di Pagina 99

Pagina 99, quotidiano di economia e cultura, si è occupata di Crevit.
 
20 | INNOVAZIONI pagina 99we | sabato 25 ottobre 2014
Tutti i dubbi su Crevit, la nuova moneta.

Inchiesta | Tappezza le città di pubblicità, e le aziende corrono a iscriversi. Ma il modello di business della società di Marco Melega, con sede a Hong Kong, è tutto da scoprire. In attesa di una legge-quadro


CHIARA ORGANTINI «Il vero limite è la diffidenza generalizzata alimentata da una situazione di mercato sofferente a causa delle strette dell’attuale sistema del credito». Così Marco Melega, ideatore di Crevit, descrive una delle motivazioni che lo ha portato sul mercato delle monete complementari. La fiducia, prima di tutto: sia verso il privato che cerca credito, ma anche verso chi lo eroga. La sua moneta complementare («La più pubblicizzata in Italia», si legge sul sito web), lanciata da qualche mese, è la prima che, teoricamente, consente l’estensione del sistema di barter – il baratto – a famiglie e privati oltre che alle aziende. Fino a oggi gli altri attori – quantomeno i più rilevanti per bacino di utenza: BexB, Visiotrade, Sardex, Samex e Scec - si erano cimentati quasi sempre (con le eccezioni rappresentate da Scec e dall’estensione recente del circuito Sardex) nel BtoB, business to business, ovvero la creazione di “camere di compensazione” per gli scambi esclusivamente tra aziende, all’interno di un ecosistema geografico o di filiera, con eventuale emissione di biglietti, alias “buono sconto”, sul prezzo, riutilizzabili una volta incassati. Comune a tutti: non si usa la moneta ufficiale, l’euro, ma un’unità di conto, spesso non convertibile in euro, ed eventualmente si paga con quel che si produce. E così anche in Italia, dopo le circa 5.000 monete complementari stimate esistenti nel mondo, il sistema ha preso  piede: molte aziende vi ricorrono per sperimentare forme di scambio che le portano ad acquisire materiale o materie prime, normalmente pagate in denaro; o eventualmente a scambiare beni e servizi per implementare la propria visibilità, investire sul know-how. La sfida del barter è stata quella, fin da principio, di creare comfort-zone complementari all’euro, appunto, ovvero possibilità aggiuntiva di spesa in tempi di crisi, quando l’euro fatica a circolare. Si stima che la somma delle aziende coinvolte nelle camere di barter dei principali protagonisti italiani si aggiri intorno alle 25 mila unità, con un giro di crediti stimabili per centinaia di milioni di euro. Ebbene quel che Crevit, o meglio quel che Marco Melega ha capito, è che non si può lasciare un campo incolto come quello del credito tra privati. Così ha creato Crevit, che è– come recita una breve presentazione sul sito – «un’unità di conto non convertibili in denaro rappresentativa di beni e servizi, spendibile esclusivamente presso gli utenti titolari di Conto Crevit». E, anzi, Melega spiega che «famiglie e aziende possono aprire un conto subito perché è gratuito: possono pubblicare offerte, emettere ed accettare la propria moneta - i crevit appunto (1 crevit=1 euro) - per finalizzare compravendite con gli altri utenti del circuito titolari di Conto Crevit». Se “vendi”, però, paghi una commissione, del 5%, in euro. E se vuol spendere prima di aver ottenuto accrediti in crevit, l’utente può richiedere un fido tramite semplicissima istruttoria online, con disponibilità garantita entro 24 ore» chiarisce Melega. Tutto a posto, quindi. Tanto lecommissioni le facevano pagare anche Be e Visiotrade, pur non dicendoti però che era gratuito, come invece fa Melega. Le differenze sostanziali, e qualche criticità, sorgono quando si parla del fido: non è obbligatorio, non è un vincolo. È chiaro però che qualora l’utente non dovesse ricompensare il fido e quindi recuperare crediti con gli scambi, «dovrà» –stavolta sì, l’obbligo– rinnovare il fido o chiudere la posizione in denaro. In sostanza la capacità di emissione dei crevit è affidata agli utenti, che sono in teoria monitorati dall’algoritmo di Crevit – il target bonus system: non un fondo di garanzia, né un’assicurazione, né una parte terza che garantisca la solvibilità delle operazioni, figuriamoci l’occhio di Banca d’Italia. Non serve. «Non comunichiamo nulla alla centrale del rischio interbancario», spiega sicuro ancora Melega. La fiducia, si diceva. Verrebbe da chiedersi: un utente Crevit potrà comunque sentirsi rassicurato anche quando, avendo come unico riferimento l’azienda –in caso di insolvibilità di un utente – dovrà rivalersi su di essa? Certamente l’aver fatto transitar la Crevit Italia srl su una holding a Hong Kong, in luglio, quando è partita l’operazione, qualche punto interrogativo lo pone. Melega però ha esperienza di barter alle spalle, come testimonia anche il suo ex mentore Silvio Bettini, fondatore e amministratore di BexB: il padre di quasi tutte le monete complementari italiane. Il cremonese Marco Melega è un uomo dalle mille risorse. Ha alle spalle fallimenti, come tanti altri imprenditori, ma soprattutto la capacità di rinascere sempre dalle ceneri. Bettini, che a dicembre 2013 ha cessato tutte le sue quote da una società di Melega, spiega che il ragazzo «ha fatto barter con BexBe ci deve ancora dei soldi. Come Visiotrade, d’altronde». Ma Melega ha un bel portafogli di partecipazioni in società, diverse come amministratore unico. Tanto che è forse grazie ai 10 milioni in pancia a una di queste, che ha potuto investire i 2 milioni di euro in pubblicità e il milione in struttura e piattaforma che ha dichiarato, visto che i bilanci 2013 della Crevit (in perdita con 62 mila euro nel 2012 e di 27 mila, lo scorso anno) non sembrano giustificare un tale importo. A meno che, appunto, le risorse non siano giunte nel corso del 2014 o da una cassaforte del gruppo Melega, come la Italian Properties srl. Sta di fatto che le aziende con cui ha fatto barter, Melega le ha inserite nel circuito di Crevit, perché il suo pallino fisso è sempre stato quello di lavoraresulla comunicazione attraverso le imprese e le aziende, non solo quelle piccole. Infatti, Crevit ha ideato una piattaforma di comunicazione promozionale per aziende e privati (ditte individuali) che vogliono aderire al circuito: aderisci, compri, vendi e ti faccio la pubblicità gratis. Ma in realtà l’idea è ancora più rivoluzionaria, e forse per questo i competitor non perdono d’occhio Melega «Tempo fa – ed è ancora Bettini a svelare le carte – Melega venne a propormi di tentare l’operatività di barter sui privati coinvolgendo la grande distribuzione organizzata. L’idea era quella di lavorare sulla verticalizzazione della comunicazione della grande distribuzione organizzata (GDO), faccio la pubblicità, la pioggia di volantini, tutto quel che serve, e tu GDO mi paghi in buoni spesa che rimetto nel circuito dei piccoli, privati e delle aziende; con i quali loro stessi vengono a comprare da te». Alla fine l’affare non va in porto. Bettini non è convinto e declina la proposta. L’idea però non si poteva cestinare. Così Melega ha lanciato Crevit, pensando di costruire qualcosa di più di un semplice circuito di barter: una filiera senza soluzione di continuità, perché ogni utente può farsi incaricato commerciale e andare a cercarsi crediti da nuovi utenti, quasi un sistema multilevel. D’altronde, perché togliere la possibilità di far entrare sempre più utenti, magari responsabilizzandoli, visto che i trader non sono previsti? Intanto, con il sistema già avviato, Melega ha ottenuto il coinvolgimento del marchio GDO Dico e sta portando dentro due distributori di carburante. Sembrerebbe un sistema perfetto, in cui in prospettiva si potrà arrivare a pagare un’opera d’arte con buoni spesa Dico e buoni carburante. Tanto la spesa e la benzina la facciamo tutti, no?  Tuttavia il problema che si pone è: dove andare a mettere un milione di buoni di spesa, se la filiera è estendibile «per statuto» ma l’utente finale potrebbevolere un corrispettivo in euro, anziché in crediti? C’è insomma il rischio che la catena si spezzi e che a pagarne le conseguenze sia l’utente, per ben due volte: con i suoi crediti-crevitinsoluti e con la necessità di compensare il fido Crevit in euro. Cristiano Bilucaglia, fondatore e amministratore delegato di Visiotrade – anche lui sulla piazza della moneta complementare con circa 3.000 aziende e 100 milioni di transazioni –racconta senza remore che«il polverone attorno a Crevit un po’ ci preoccupa, perché può minare la fiducia alla base del sistema. E l’esigenza normativa, che regolamenti la situazione, si sente da tempo. L’Italia è il Paese che amo e vorrei che la moneta complementare lo aiutasse a stare meglio». E infatti, per una volta, la politica si è mossa per tempo, presentando una proposta di legge, appena depositata in commissione Finanze alla Camera. Si tratta di un’iniziativa di Sergio Boccadutri, transfugo di Sel oggi nel Pd di Renzi, che ipotizza una distinzione tra backed currencies, cioè monete complementari con copertura in moneta (Visiotrade, BexB) emesse in cambio di versamento del controvalore in euro; e mutual credit currencies (Sardex, Samex), cioè monete di credito cooperativo, costituenti l’unità di conto utilizzate all’interno di una camera di  compensazione. Poiché entrambi i sistemi sono utili e la Regione Lombardia ha deliberato una legge regionale - bloccata dalla Consulta - per attivare un circuito di moneta complementare, occorre che il governo individui nella Banca d’Italia un’autorità di vigilanza sugli elementi principali del circuito: il controvalore complessivo del circolante in moneta complementare; l’istituzione di un fondo vincolato; il controllo sui prezzi di beni e servizi veicolati; la creazione di un organo di garanzia interno al circuito che cooperi con la vigilanza di Banca d’Italia. Bettini, come anche Bilucaglia ammette che serve una regolamentazione e che si sta già muovendo con le altre aziende sul mercato: «Ben venga la legge». Interpellato da Pagina99 sulla proposta, Marco Melega non ha risposto.

 




 

   

 

 





 


   

giovedì 6 novembre 2014

CONTABILITA’ E FISCALITA’ IN CREVIT

Aspetto contabile: al momento della concessione del FIDO, Crevit Italia Srl emetterà una fattura per la cessione di “buoni spesa virtuali del circuito CREVITTM all’utente convenzionato al circuito. Al ricevimento della fattura di acquisto occorre rilevare, al Passivo, un debito nei confronti di Crevit Italia Srl per l’importo dei “buoni spesa del circuito CREVITTM ricevuti e, all’Attivo alla voce Crediti, un conto denominato “Buoni spesa del circuito CREVITTM o semplicemente “Conto CREVIT” o “Cassa CREVIT”. Il conto “Buoni spesa del circuito CREVIT” sarà movimentato in “Dare” per le vendite effettuate all’interno del circuito CREVITTM e il corrispondente incasso dei buoni spesa mentre sarà movimentato in “Avere” per le cessioni dei buoni spesa a seguito degli acquisti di beni e servizi effettuati all’interno del circuito. Il fornitore Crevit Italia Srl potrà essere saldato tramite il pagamento con banca e/o tramite la richiesta di nota di credito relativa al credito residuo di “Buoni spesa virtuali” che risulterà sul proprio conto CREVIT al momento della richiesta.

Aspetto fiscale: ogni movimentazione, cessione, acquisto di “buoni spesa virtuali del circuito CREVIT” e’ un’operazione “fuori campo IVA” (art. 2 comma 3^ lettera a del DPR 633/72) e per convenzione viene disciplinata tra gli utenti e da/per Crevit Italia srl mediante fatturazione degli stessi. Un esempio: l’utente 1 acquista dall’ utente 2 un prodotto o servizio valorizzato 100+iva 22% pagandolo al 100% in Crevit. L’utente 1 emette fattura per il prodotto/servizio all’utente 2 di 122,00. L’utente 2 emette all’utente 1 fattura con codice IVA DPR633/72 art.2 comma 3 lettera a, per la cessione di 122 Crevit. Utente 1 e Utente 2 compensano contabilmente le fatture ed azzerano le reciproche posizioni